Quanto costa mantenere una casa?

quanto costa mantenere casa

In Italia comprare e mantenere un’abitazione è molto costoso. Ecco tutte le spese mantenimento casa.

Comprare casa ha certamente un costo ma, oltre al valore dell’immobile, occorre considerare che l’abitazione deve essere anche mantenuta.

Quanto paga l’acquirente è abbastanza variabile poiché dipende da tutta una serie di fattori, come la dimensione dell’immobile, il numero di stanze, la vicinanza ai servizi, ecc. Il prezzo dell’immobile è comunque qualcosa di facilmente prevedibile e viene scritto nero su bianco al momento dell’acquisto.

Esistono poi altri costi da prendere in considerazione, che riguardano il notaio, le tasse e le spese da versare quando compriamo casa. Oltre a questi costi, poi, bisogna vedere quanto costa mantenerla.

Tra le voci di spesa quando si compra casa sono da includere:

  • costo dell’acquisto;
  • costo del mutuo;
  • costi mantenimento casa.

Costo dell’acquisto

Una volta trovata la casa dei sogni e averne contrattato il prezzo con il venditore è necessario recarsi dal notaio. Dal 2012 sono state abrogate le tariffe professionali, quindi non ci sono più costi minimi o massimi. Tuttavia è sempre possibile e consigliabile chiedere un preventivo. Il costo complessivo, però, potrà essere quantificato solo al termine dell’operazione in base alle reali complessità emerse.

Oltre all’onorario del notaio chi compra casa deve versare anche le imposte per la registrazione, le imposte di registro e di bollo e le tasse dovute alle pubbliche amministrazioni e l’IVA (22% sul compenso).

Se si compra la prima casa l’atto di compravendita prevede il pagamento di specifiche imposte, differenziate in base al tipo di venditore. Quando il venditore è un privato:

  • IVA esente;
  • imposta di registro del 2%;
  • imposta ipotecaria fissa di 50 euro;
  • imposta catastale fissa di 50 euro.

Quando si acquista da impresa costruttrice entro 5 anni dal termine dei lavori:

  • IVA del 4%;
  • imposta di registro fissa pari a 200 euro;
  • imposta catastale fissa di 200 euro.

Se si compra un immobile ad uso abitativo che non è la prima casa l’atto di compravendita è soggetto alle seguenti imposte, sia nel caso in cui il venditore è un privato, oppure un’impresa costruttrice che vende dopo 5 anni dalla data di ultimazione dei lavori:

  • IVA esente;
  • imposta di registro del 9%;
  • imposta ipotecaria di 50 euro;
  • imposta catastale di 50 euro.

Quando il venditore è un’impresa costruttrice che vende entro 5 anni dal termine lavori:

  • IVA del 10%;
  • imposta di registro fissa di 200 euro;
  • imposta ipotecaria fissa di 200 euro;
  • imposta catastale fissa di 200 euro.

Costo del mutuo

Se si sceglie di chiedere un mutuo quando si compra casa, bisogna considerare anche i costi relativi a questa operazione. Sicuramente la prima cosa da fare è analizzare attentamente le varie condizioni offerte dagli istituti di credito per capire quale mutuo conviene di più.

Le principali voci di spesa da aggiungere quando si compra casa con un mutuo includono:

  • imposte: i mutui sono sempre soggetti a un’imposta pari allo 0,25% del mutuo, se prima casa; nel caso di acquisto seconda casa l’imposta è aumentata al 2%;
  • spese di incasso rata: generalmente la banca richiede una spesa di incasso rata per ogni pagamento, generalmente compresa tra 1 e 3 euro. In alcuni casi questa voce può aumentare non poco i costi del mutuo, per cui è sempre meglio assicurarsi dell’ammontare prima di richiedere il mutuo;
  • spese di gestione: sono previste alcune microspese di gestione, di modesta entità, come quella per il rilascio della certificazione annuale degli interessi passivi e della spedizione delle comunicazioni di variazione di tasso. Esistono poi alcune voci di spesa, da versare annualmente, relative a “spese amministrative periodiche” o “spese di gestione pratica”;
  • estinzione anticipata del mutuo: si tratta di un’aliquota con carattere di penale che viene richiesta al debitore che chiede di versare in anticipo una parte o l’intero capitale residuo.

Tutte queste spese, anche le più piccole, sono integralmente riportate sul Foglio Informativo dello specifico mutuo che è possibile consultare presso gli sportelli della banca.

Costi mantenimento casa

Ma arriviamo al clou della questione: quanto costa mantenere una casa? Secondo quanto rilevato da Facile.it e Mutui.it, in base ai dati Istat e Dipartimento delle Finanze, per mantenere l’abitazione principale occorrono in media 11.304 euro all’anno, quindi 942 euro al mese. Tra i costi considerati, vengono incluse, oltre alle rate del mutuo, le utenze domestiche (energia elettrica, gas, acqua), le spese condominiali, le manutenzioni e la tassa rifiuti.

Ovviamente i costi variano in base all’immobile e alle sue caratteristiche. Tuttavia, generalmente a parità di caratteristiche (prendendo in considerazione, ad esempio, un immobile di circa 100 mq situato in una zona intermedia delle varie città) le spese mantenimento casa risultano più alte del 20% nel Nord Italia rispetto al Sud.

Se vediamo quanto costa mantenere una casa di proprietà nelle principali città, emerge che Roma è la più cara: in media servono 14.628 euro per mantenere una casa nella capitale, l’8% in più che a Milano (13.560 euro). Mantenere casa è molto costoso anche a Firenze (13.860 euro) e a Bologna (13.824 euro), mentre i costi più contenuti si registrano a Palermo (8.208 euro l’anno) e Napoli (9.324 euro l’anno).

Differenze di costo notevoli si hanno anche analizzando i costi delle utenze domestiche e la manutenzione della casa: nelle regioni del Nord si arriva a pagare anche il 35% in più che in quelle meridionali.

Se si guarda alla Tari, invece, la situazione risulta capovolta, è infatti nelle regioni del Sud che si pagano i valori più elevati, con in testa Cagliari (504 euro l’anno) e Napoli (444 euro l’anno).

L’analisi ha preso come riferimento una famiglia media composta da 2,3 componenti e mostra che al variare del numero di occupanti si modificano le spese di gestione e la tassa rifiuti. L’oscillazione, tuttavia, non è proporzionale, poiché una famiglia di quattro persone, ad esempio, non paga una bolletta del gas di quattro volte superiore rispetto a quella di un single.