Come si dimostra la proprietà di un immobile? Quali sono i documenti necessari?

Nel corso della vita può capitare di dover dimostrare la proprietà di un immobile più spesso di quanto si possa pensare. Sono numerose le casistiche in cui viene richiesta una documentazione apposita.
Pensiamo alle controversie che possono insorgere con gli inquilini che non vogliono lasciare un immobile. O un vicino che rivendica una porzione di terreno, oppure la necessità di eseguire una ristrutturazione e dover presentare una pratica urbanistica in quanto proprietario dell’abitazione.
In questo articolo vedremo quali sono le situazioni più comuni. Analizzeremo che tipo di documentazione è necessario produrre per essere a norma di legge e poter rivendicare il proprio diritto di proprietà su un immobile.
Quando è necessario dimostrare la proprietà di un immobile
Quando si acquista la proprietà di un immobile, per atto di vendita, donazione o cessione di ogni genere, è necessario conservare la documentazione attestante, come la provenienza.
In questo modo, quando verrà richiesto, sarà più semplice dimostrarla e poter procedere in caso di ristrutturazione, controversia o disputa con gli inquilini.
Vediamo quindi quali sono le casistiche più diffuse e quando un proprietario è tenuto a dimostrare il proprio diritto.
– Rivendicazione di un diritto di proprietà in caso di controversie
Le controversie tra vicini o comproprietari sono all’ordine del giorno. In particolare per quanto riguarda lasciti e donazioni a più persone ed eredi, che possono entrare in conflitto fra loro per la percentuale spettante e ricevuta.
Per evitare che le problematiche si protraggano nel tempo e diventino dispute di anni, che possono anche portare al blocco del bene o al suo mancato godimento, è sempre opportuno rivolgersi a un esperto e presentare la documentazione attestante il titolo di proprietà.
Simili controversie possono avvenire con gli inquilini dell’immobile in questione. Se ad esempio, al termine della locazione non vogliono lasciare la casa o richiedono di rimanere in indennità d’occupazione.
Per evitare che detengano impropriamente l’immobile è possibile presentare i documenti che di seguito andremo ad elencare nel dettaglio..
Infine, possono insorgere dispute per terreni confinanti, soprattutto se le planimetrie o la rappresentazione grafica risalgono a decenni prima e non sono state controllate o rettificate nel corso del tempo.
– Interventi di ristrutturazione e ampliamento
Quando si esegue un intervento di ristrutturazione, che sia una semplice diversa distribuzione degli spazi interni o un lavoro più consistente, come l’apertura di una finestra, è necessario compilare una pratica apposita, come una CILA o una SCIA.
All’interno del documento devono essere specificati gli interventi e l’inizio dei lavori, ma anche i dati del proprietario e della ditta che esegue i lavori.
Inoltre, è importante inserire il titolo edilizio con il quale l’immobile è stato costruito, i permessi e le licenze concesse nel corso degli anni.
Al termine delle opere viene solitamente redatta una fine lavori. In questo modo si certificare la ristrutturazione eseguita, che deve necessariamente riportare ancora il titolo di proprietà della casa.
– Vendita di un immobile
In caso di vendita di un immobile è necessario recarsi di fronte a un notaio e sottoscrivere un atto di compravendita ufficiale.
Al suo interno, oltre a essere riportati patti e condizioni per la cessione, sono presenti gli estremi della proprietà che vende e quelli dell’acquirente che compra.
Il notaio potrà reperire tutte le informazioni utili da una visura catastale, così da inserire i dati corretti e legittimare il documento che si dovrà sottoscrivere.
Come si dimostra la diritto di proprietà su un immobile
Per dimostrare il diritto di proprietà su un immobile è necessario produrre una serie di documenti. Alcuni già in possesso per aver acquistato, altri che possono essere prodotti tramite notaio o portale apposito.
Vediamo quali sono i principali per evitare ogni genere di controversia.
– Atto di proprietà
L’atto di proprietà di un immobile è sempre un atto notarile o una sentenza, in base alla provenienza del bene e e all’ente o persona che lo cede.
Nel caso in cui si acquisti da un privato o da una società, verrà sottoscritto un atto di compravendita davanti al notaio, che al suo interno indica le parti, il prezzo, le condizioni e le garanzie.
Anche nel caso in cui si tratti di una nuova costruzione venduta direttamente dal costruttore verrà sottoscritto un contratto. Tuttavia non conterrà una lunga provenienza ma solo i titoli che sono stati richiesti per realizzare l’immobile.
La sentenza diviene un titolo di proprietà nel caso in cui il bene sia requisito e assegnato al legittimo proprietario o a un terzo acquirente davanti a un pubblico funzionario.
L’atto di proprietà non può essere confuso con una semplice scrittura privata, che invece è da considerarsi nulla per difetto di forma.
Solo la proposta e l’eventuale preliminare possono pertanto assumere questa veste, mentre per il trasferimento vero e proprio è obbligatorio un atto pubblico.
– Atto di donazione e accettazione dell’eredità
Oltre al contratto di acquisto, gli atti di proprietà più comuni sono quelli di donazione e di accettazione dell’eredità.
Il primo prevede che un soggetto doni a un altro un immobile o parte di esso, senza richiedere alcun compenso economico. Il secondo sancisce la volontà del defunto o assegna un bene in base alla legge e secondo la giusta quota parte per gli eredi legittimi.
Tra le sentenze consuete inseriamo quelle di controversia, che sanciscono la proprietà di un immobile conteso tra due o più persone.
Quelle legate all’eredità o alla comunione dei beni, quando non esiste un testamento chiaro e un accordo tra le parti.
Infine quella che definisce l’usucapione e la modalità di godimento della casa da parte di un soggetto.
Si tratta essenzialmente di due modalità di acquisto della proprietà, la prima a titolo derivativo, cioè con il bene che passa da un soggetto all’altro per le motivazioni sopracitate.
La seconda a titolo originario, cioè secondo i desideri per precedente proprietario, come avviene nel caso dell’usucapione.
Infine, ogni atto deve essere necessariamente trascritto presso la conservatoria dei registri immobiliari.
– Provenienza dell’immobile e cambi di proprietà nel tempo
All’interno delle diverse tipologie di atto che abbiamo citato è sempre contenuta la provenienza dell’immobile. Una sorta di storia di passaggi di proprietà che lo hanno contraddistinto nel tempo.
In questo modo è possibile conoscere tutti gli acquirenti che si sono succeduti, dalla costruzione all’ultimo atto, oltre che le pratiche urbanistiche e catastali che sono state presentate affinché avesse l’aspetto dello stato di fatto attuale.
– Visura catastale
La visura catastale è una sorta di documento d’identità di un immobile. Se di natura storica, indica anche le diverse proprietà che si sono succedute nel corso del tempo.
In ogni caso, è sempre riportata l’ultima, insieme a una serie di dati che identificano il bene.
Tra questi il foglio, la particella e il subalterno, unico per ogni unità, oltre che il numero dei vani, la superficie catastale, la zona censuaria e soprattutto la rendita, indispensabile per il calcolo dell’IMU e di altre tasse sulla proprietà.
Presentando una domanda ai Registri Immobiliari è possibile ottenere una visura catastale e scoprire alcune delle informazioni essenziali che contraddistinguono un immobile.
Il consiglio è di chiedere aiuto a un esperto per la produzione della documentazione e del suo studio. In questo modo è possibile individuare eventuali problematiche prima di compiere un acquisto potenzialmente affrettato.
– Visura ipotecaria
La visura ipotecaria, così come quella catastale, riporta i dati essenziali dell’immobile che abbiamo citato in precedenza.
Oltre a questi, informa il potenziale acquirente circa le eventuali ipoteche presenti sul bene, così come altri vincoli, pignoramenti e pesi che possono pregiudicarne il godimento.
Inoltre, se parliamo di un bene dai molteplici proprietari, sono presenti le quote e la percentuale di possesso.
Si tratta quindi di un documento importante per attestare la proprietà e anche da richiedere quando si compra un’abitazione, per avere una precisa idea del suo stato di fatto anche da questo punto di vista.
La conservazione dei documenti per dimostrare una proprietà
Per dimostrare di essere proprietari di un bene possono quindi essere utili tutti i documenti che abbiamo citato.
Per quanto riguarda l’atto di proprietà e la provenienza, questa deve essere conservata con cura, in formato digitale o cartaceo, in modo di averla sempre a disposizione in caso di necessità.
Non serve tornare indietro oltre i 20 anni, poiché solitamente non è richiesta documentazione anteriore a questo lasso di tempo.
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