Mutui e Coronavirus: cosa succederà in Italia?

Per la famiglia italiana ma anche per il single comprare la prima casa è il sogno più ambito. Si tratta di una priorità che viene confermata anche dallo studio dell’Agenzia delle Entrate “Immobili in Italia” che conferma che ben il 75,2% degli italiani ha acquistato la casa in cui vive. Il desiderio di possedere l’abitazione è sempre esistito e le condizioni dei tassi, nella seconda parte del 2019, sono state un potente incentivo a cui si sono aggiunte le offerte delle banche che hanno proposto interessi vantaggiosi. Oggi sulla situazione dei finanziamenti per la casa pare evidente che possa incidere l’emergenza Coronavirus che ha colpito l’Italia in maniera così pesante. Nel corso di questo articolo andremo quindi ad analizzare alcuni punti come:

  • il legame tra la situazione finanziaria che si è creata e i finanziamenti per l’abitazione;
  • il calo degli indici Eurirs;
  • il parere degli esperti.

L’economia e i tassi di interesse

L’epidemia potrebbe essere portatrice di gravi conseguenze sull’economia ma sicuramente è foriera di un alleggerimento dei tassi di interesse per coloro che stanno per stipulare un mutuo. Questo significa che con un prestito spalmato su 20-25 anni, quindi sul lungo periodo, il mutuatario potrebbe risparmiare somme davvero interessanti e avere rate leggere. Ovviamente stiamo parlando dei mutui che vengono accesi in questo periodo o nelle prossime settimane e non di quelli già in essere. Se diamo un’occhiata all’indice di Piazza Affari possiamo notare che Milano ha registrato il risultato peggiore dal 1981, con un indice Ftse Mib a -16,92%,  dopo aver avuto un inizio settimana con un altro calo pari a 11,2%. Sull’ultima caduta è pesata l’emergenza che l’OMS ha definito pandemia e il fatto che i mercati non sono stati tranquillizzati dalle misure, comunque articolate, della Bce:  la Banca Centrale Europea, infatti, non ha modificato i tassi ed ha ampliato gli acquisti di Quantitative Easing aggiungendo 120 miliardi di euro. Il panico dei mercati e la volatilità delle borse hanno inciso anche sugli indici Eurirs, tassi interbancari che definiscono, insieme allo spread, l’indicizzazione dei muti a tasso fisso.

Calano gli indici Eurirs: quali conseguenze

L’andamento dei mercati porta ad aumentare la flessione che si stava già evidenziando e ad un ribasso dei tassi fissi, complice anche la richiesta da parte degli investitori di Bund tedeschi che danno rendimenti sempre più bassi con conseguenze che si riflettono sull’Eurirs. È facile intuire come il coronavirs porti l’economia del nostro Paese ad una fase di grande criticità ma, allo stesso tempo, in modo solo apparentemente illogico, questa situazione porta grandi benefici ai nuovi mutuatari. Tra gli effetti più visibili c’è la forbice di costo tra mutuo fisso e mutuo variabile che è diventata minima. Non dimentichiamo poi che attualmente il tasso della Bce è dello 0,00% ma potrebbero essere valutate misure, tese a supportare una economia fragile, che portano ad un taglio degli interessi. Il momento di grande emergenza che il nostro Paese sta vivendo porta a finanziamenti più vantaggiosi con una differenza fino a 30 punti base rispetto alle richieste di mutuo inoltrate nel 2019. Che la situazione porti a tassi minimi e quindi a proposte interessanti per i nuovi mutuatari ci viene confermato anche dal vicepresidente e direttore Marketing di MutuiOnline, Roberto Anedda. L’esperto sottolinea che i tassi fissi offrono nuovi minimi con offerte per finanziamenti a tasso fisso da 0,50 e da 0, 70, a seconda che siano ventennali o trentennali.

Il parere degli analisti e degli esperti

Maurizio Liuti, Direttore Relazioni Esterne Crif, ci offre anche un’altro punto di vista rispetto all’emergenza Coronavirus e all’andamento dei finanziamenti per la casa suggerendo che sarà marzo il mese in cui si potrà verificare se i consumatori sono ancora intenzionati a stipularli. Dal mese di ottobre al mese di febbraio sono stati richiesti molti mutui anche nelle zone maggiormente colpite dall’epidemia. È innegabile che la pandemia potrebbe portare delle conseguenze negative in questo comparto ma le offerte che sono ai minimi storici e la scelta di acquistare casa con un finanziamento, che generalmente è programmata da tempo, inducono a pensare che le richieste di mutuo non saranno influenzate da circostanze esterne. Gli italiani potranno rinunciare ad alcuni beni voluttuari ma non all’acquisto dell’abitazione ed è facile pensare che i mutui continueranno a correre. A marzo, quindi, sapremo se ci sarà un rallentamento. Gli analisti prevedono comunque tassi bassi per tutto il 2020 sia perché il costo del denaro viene mantenuto a zero sia per il Quantitative Easing. Con questi scenari la richiesta di un mutuo a tasso fisso o una surroga per chi ne sta già pagando uno, potrebbe diventare un affare davvero vantaggioso.

Ma quanto si può risparmiare? Vediamo un esempio

Il virus non sembra incidere sulla voglia di casa degli italiani che, a oggi, non pare abbiano intenzione di procrastinare ulteriormente i loro progetti. Basta poi confrontare il Taeg di gennaio 2020 con quello di marzo per vedere che il tasso è sceso dall’1,24% allo 0,77%: questo ha comportato un importo inferiore della rata del mutuo. Il comparatore Facile.it ha reso molto bene l’idea del risparmio che si può ottenere con una simulazione. Chi contrae un mutuo a tasso fisso di 126 mila euro al 70% (per 25 anni), con il miglior Taeg di marzo (0,77%) deve sostenere una rata mensile pari a  455 euro mentre se lo avesse acceso a gennaio avrebbe pagato 485 euro al mese. Se il risparmio di 30 euro può sembrare irrisorio, le cose cambiano calcolando il totale degli interessi risparmiati in 25 anni che diventa di 9.000 euro. La cifra risparmiata aumenta maggiormente nel caso di una surroga fatta da chi aveva sottoscritto il mutuo nel gennaio 2019, quando il Taeg era a 1,95%: in questo caso il risparmio è di 22.200 euro.