Mutui casa: tasso fisso ancora in calo e diminuiscono le surroghe

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Andamento tasso fisso mutuo prima casa, valori in lenta discesa.

Buone notizie per chi sta per accendere un mutuo per l’acquisto di un immobile. Per il mutuo casa il tasso fisso, oggi, non è aumentato. Anzi, ha iniziato una lenta discesa dalla fine del 2018, mentre il tasso variabile è sostanzialmente stabile. Questo è quanto rileva l’ultimo Osservatorio mensile di Mutuionline.it: più nel dettaglio, per il mese di febbraio 2019 è stato registrato un tasso fisso medio dell’1,89% sui mutui a 20 e 30 anni (1,90% a gennaio) e un tasso variabile medio dello 0,88% (0,87% a gennaio). Quello che sorprende è l’andamento di Euribor ed Eurirs: il primo segna -0,31% da novembre, l’Eurirs a 20 anni segna l’1,19% a febbraio (1,30% a gennaio).

Una situazione che volge a favore di chi sta per stipulare un mutuo e va ben oltre le aspettative, se si considera quanto avvenuto a dicembre 2018, con l’allarme spread che aveva fatto ipotizzare un progressivo aumento dei tassi sui mutui immobiliari e la fine della stagione caratterizzata dalla stabilità dei tassi di interesse.

Vediamo ora quali sono i dati principali emersi a marzo dall’Osservatorio:

  • aumentano le richieste di mutuo per acquisto prima casa (da 49,2% a 54,8%), e al contrario scendono le surroghe (da 40,7% a 34,1%);
  • anche le erogazioni, come avevamo rilevato i mesi scorsi, sono aumentate, e per queste la finalità di acquisto prima casa è cresciuta (da 44,4% a 47,6%) mentre le surroghe sono diminuite (da 48,2% a 44,4%);
  • l’importo medio dei mutui si riduce per quanto riguarda la domanda (da 131.526 euro a 130.405), mentre aumenta relativamente alle erogazioni (da 126.542 euro a 130.161 euro);
  • ben oltre il 70% delle richieste di mutuo hanno un LTV (Loan to Value) superiore al 50%, con un valore in aumento tra il 70 e l’80% (dal 37,0% al 38,4%). Per le erogazioni, la percentuale di LTV cresce dal 26,0% al 30,2% e si conferma quella maggiormente concessa nel primo trimestre dell’anno;
  • la classe di importo più richiesta va dai 50.000 ai 100.000 euro (35,8%) e corrisponde anche a quella maggiormente concessa;
  • per la durata, conquista quasi 3 punti percentuali in più la richiesta di mutui per il periodo più lungo (30-40 anni), passando dal 23,6% al 26%, e si conferma la durata maggiormente richiesta nel primo trimestre 2019;
  • guardando alla distribuzione geografica, i mutui erogati calano leggermente al Nord (dal 49,3% al 48,2%), mentre aumentano nel centro Italia (dal 34,5% al 35,6%) e nel Sud (dal 10,7% all’11,4%). Lato domanda, le richieste aumentano di poco al Sud (da 14,5% a 15,3%) e nelle Isole (da 6,0% a 6,2%);
  • Euribor ed Eurirs, come abbiamo detto, sono rispettivamente stabile e in discesa. L’Eurirs passa da 0,78% a 0,67% sui 10 anni, da 1,30% a 1,19% sui 20 anni e da 1,37% a 1,26% sui 30 anni. L’Euribor registra -0,37% a 1 mese e -0,31% a 3 mesi.

Mutui: perché i tassi resteranno bassi nonostante la volatilità dei mercati

I fattori di instabilità dei mercati, che hanno caratterizzato l’ultima parte del 2018 (guerra dei dazi, rischi di un rallentamento dell’economia globale a fronte di un quadro politico europeo precario nell’anno delle elezioni per il rinnovo del Parlamento) e pesato su azioni, obbligazioni e materie prime, hanno dato, lato mutui, una certezza in più: il tasso fisso del mutuo prima casa e seconda casa dovrebbe restare ancora basso e vicino ai minimi di tutti i tempi. Nell’ipotesi di un rallentamento dell’economia, infatti, difficilmente il livello di inflazione sarà elevato e la banca centrale non potrà aumentare il costo del denaro. Il Pil nel 2019 dovrebbe crescere dell’1,9%, meno del 2% previsto a fine 2018 e meno delle precedenti stime dell’Fmi. Anche l’inflazione è destinata a rallentare. Dopo un picco, registrato ad ottobre, del 2,2%, a dicembre il costo della vita nella zona euro è sceso all’1,6%. Con un Pil in diminuzione, difficilmente la Banca Centrale Europea adotterà un comportamento aggressivo sui tassi.

L’andamento dei tassi di interesse dipenderà, ovviamente, dai numeri del Pil e dell’inflazione che arriveranno nei prossimi mesi. Ma sicuramente, lo scenario è cambiato rispetto allo scorso settembre, quando gli investitori si attendevano un aumento dei tassi. Ora i contratti future sull’indice Eonia (uno dei termometri sui tassi di interesse a breve) hanno spostato al primo trimestre del 2020 un possibile nuovo rialzo.

Lo stesso Euribor, che, come abbiamo visto, è stabile, salirà solo in prossimità di un nuovo rialzo dei tassi della Bce, e quindi al momento è ipotizzabile che resterà fermo nel corso del 2019.

Mutuo casa: tasso fisso mai così basso ma richieste tasso variabile in aumento

I numeri indicano che, rientrato l’allarme spread, le richieste di mutui a rata indicizzata sono tornate a crescere. Se a fine 2018 erano appena il 13,8%, nel primo trimestre del 2019 sono cresciute al 17,1%. Mentre le richieste a tasso fisso sono scese dall’84,3% all’80,6%. Queste hanno, dunque, un peso importante per le famiglie italiane, ma i mutuari più evoluti sono tornati a privilegiare i tassi variabili. Come mai? Sia a gennaio sia a marzo la Banca centrale europea ha fornito dei segnali distensivi sul fronte dei tassi, lasciando intuire (a gennaio) e poi confermando (a marzo) che per il 2019 non ci sarebbe stato alcun rialzo dei tassi. Le aspettative sui tassi sono il primo fattore, per un mutuario, in grado di influenzare la scelta tra tasso fisso e variabile. E quando le aspettative sui tempi di rialzo prolungati vengono confermate, aumenta la platea di chi sceglie la seconda soluzione, generalmente più rischiosa ma anche più vantaggiosa nei primi anni del mutuo.

Inoltre, il governatore della Bce Mario Draghi ha indicato che l’istituto di Francoforte non ritoccherà il costo del denaro almeno fino alla fine dell’anno. Questa è stata recepita come un’indicazione molto forte che i tassi resteranno bassi ancora a lungo. Ecco perché molti mutuari hanno optato per il tasso variabile.

Migliori mutui tasso fisso prima casa

Il miglior mutuo casa a tasso fisso a 20 anni comporta una rata di 483 euro al mese al Tasso Fisso dell’1,50% e Taeg 1,63%. Aumentando la durata a 30 anni, il costo sarà di 352 euro al Tan dell’1,65% e Taeg 1,97%.

Il miglior mutuo a tasso variabile a 20 anni vede una rata di 444 euro, con Tan 0,65% e Taeg 0,69%. Per un mutuo a 30 anni la rata scende a 294 euro.