Quando la casa ispira gli artisti: 5 esempi nella pittura

La casa nell'arte

La casa non è solo il luogo fisico in cui viviamo. È un rifugio, uno spazio che riflette le nostre emozioni, le nostre passioni e le nostre storie. Ma per gli artisti è qualcosa di più: la casa nell’arte si carica di significati profondi, trasformandosi nella protagonista di opere iconiche che ci parlano di vita, amore, tormenti interiori e memoria. Da Vincent van Gogh a Roy Lichtenstein, esploriamo come alcune delle più grandi menti creative abbiano immortalato l’essenza delle case attraverso la pittura.

La casa come protagonista nell’arte visiva

La casa è da sempre una grandissima fonte di ispirazione per gli artisti, diventando il soggetto di opere su tanti differenti media. Come il cinema, che abbiamo visto nel nostro articolo sulle scene dei film romantici girate in una casa. Oggi lo vediamo invece nell’arte pittorica: nel corso dei secoli, molti pittori hanno scelto di rappresentare proprio salotti, camere da letto, zone studio e altri ambienti casalinghi.

Perché la casa non è solo il luogo del riparo ma è un vero e proprio luogo dell’anima, intimo e personale. È dove possiamo essere noi stessi e ritrovarci ogni giorno. Assume quindi un significato spirituale e più profondo, e questo articolo vuole proprio essere un omaggio a questo spazio attraverso cinque capolavori della storia dell’arte.

Pronto a immergerti in un mondo di colori e forme e a fare un viaggio indietro nel tempo grazie ad artisti eccezionali che hanno ritratto la casa nell’arte?

  • Il salotto secondo Roy Lichtenstein
  • La cucina rappresentata da Carl Larsson
  • La camera da letto dipinta da Van Gogh
  • La stanza studio di Henry Matisse
  • Il bagno visto da Frida Khalo

Il salotto secondo Roy Lichtenstein

Oggetti della quotidianità spesso comuni e banali, che però hanno cambiato la dimensione paesaggistica e abitativa dell’uomo. Proprio a questi Roy Lichtenstein, artista statunitense tra i più celebri esponenti della Pop Art, ha deciso di dedicare la sua attenzione, traendo ispirazione anche dal mondo pubblicitario e dei fumetti. Nella serie Interior, troviamo anche l’opera Modern Room (1991) che ritrae proprio un tipico salotto americano di quegli anni: divano con tanto di tavolino basso davanti, lampada a sospensione, poltroncina e grande mobile a parete e altri oggetti.

Non si tratta di un ambiente pensato e progettato dall’artista, ma ricavato da stralci di inserzioni pubblicitarie trovate sugli elenchi telefonici dell’epoca che poi l’artista ha fatto “sue” con il suo stile inconfondibile. Linee spesse, pochi colori primari, superfici piane, puntini ritraggono un salotto che diventa una sorta di capsula del tempo, con gli oggetti, mobili e decorazioni che andavano per la maggiore nelle pubblicità. Con il suo stile pop audace e giocoso, Lichtenstein ci invita a esplorare la casa come icona culturale: ti piacerebbe avere un salotto del genere?

La cucina rappresentata da Carl Larsson

Cambiamo completamente genere e luogo geografico. Dallo stile pop dell’americano Lichtenstein arriviamo a quello più delicato e nostalgico dell’artista svedese Carl Larsson. Nel corso della sua carriera artistica, il pittore e illustratore ha dedicato grande spazio proprio alla casa e alla rappresentazione degli interni attraverso la tecnica dell’acquerello. In particolare, si è concentrato su scene di vita domestica della sua famiglia dentro e intorno alla sua casa a Sundborn, in Svezia, oggi trasformata in un museo.

Nell’opera La cucina (1898), in pieno stile Art Nouveau, Carl Larsson ha messo “acquerello su tela” tutto questo ritraendo un ambiente intimo, raccolto, caratterizzato dalla semplicità rurale. Non a caso, la cucina era il luogo per le faccende domestiche: a differenza degli altri ambienti della casa, non presentava lo stesso stile interno moderno e il comfort.

La camera da letto dipinta da Van Gogh

L’artista che per primo che ha fatto della casa un vero luogo dell’anima declinato nell’arte è senz’altro Vincent Van Gogh, che a questo luogo ha dedicato molti dipinti. In particolare, La camera da letto del 1888 è considerato uno dei suoi più grandi capolavori che ritrae l’interno spartano della sua stanza nell’appartamento di Arles.

È un ambiente essenziale, quasi privo di arredi, dipinto con pennellate audaci e colori vibranti che, come egli stesso annotò nella corrispondenza con il fratello Theo, cercano di evocare la serenità del sonno. Sonno che dovrebbe essere rappresentato anche dalla scelta dell’azzurro delle pareti, colore per eccellenza della meditazione e della malinconia.

Ma in realtà ciò che sembra evocare è più che altro il suo… tormento interiore. Lo spazio deformato e traballante, il letto destinato a due persone vuoto, le sue sedie sproporzionate rivolte verso il letto simboleggiano la solitudine e l’isolamento dell’artista. Quello che doveva essere un ambiente in cui rifugiarsi e trovare serenità alle insidie del mondo diventa una sorta di prigione dove esprimere il proprio disagio. Forse non è la camera da letto dove dormire sogni tranquilli, ma d’altronde, si sa, Van Gogh non ha avuto proprio una vita felice…

La stanza studio di Henry Matisse

Dopo il salotto, la cucina e la camera da letto, ecco un altro ambiente della casa spesso protagonista nell’arte e nelle opere di diversi artisti: lo studio! Ambiente che per molti artisti è considerato sacro.

E lo è anche per Henri Matisse, che gli dedica un dipinto audace che vuole esplorare nuovi confini nell’arte. Parliamo de Lo studio rosa di Henri Matisse (1911), un olio su tela dove il colore è il vero protagonista, espressione del soggettivismo dell’artista.

Lo spazio è “invaso” dal rosa, che da sempre è associato alla femminilità e alla delicatezza e invece qui assume un nuovo significato di potere e audacia. In questo mare di colore oggetti, dipinti, sculture e mobili “galleggiano” creando un senso di irrealtà e magia.

Troviamo un Matisse chiaramente influenzato dall’arte orientale, sua grande passione, rappresentati dal tessuto steso su un paravento a fiori e un tappeto persiano che dà profondità al pavimento. A differenza di Van Gogh con la sua camera da letto, lo studio per Matisse diventa una sorta di “prigione dorata” (o sarebbe meglio dire rosa), piena di possibilità. È attraverso il suo ambiente di lavoro che l’artista trasforma la pittura in una metafora della sua esistenza. Il Pink Studio diventa quindi espressione del fatto che l’arte non ha limiti. Chi non vorrebbe lavorare in un ambiente del genere?

Il bagno visto da Frida Khalo

Chi l’avrebbe mai detto che anche il bagno potesse diventare protagonista di un dipinto! Eppure è forse l’ambiente più intimo e privato, quello che ci vede completamente “nudi”. È quello che accade in Ciò che l’acqua mi ha dato di Frida Khalo (1938), un quadro estremamente complesso. Viene anche definito dalla critica come “il più surrealista della sua produzione” ed è ispirato a Salvador Dalì.

In questo caso, a occupare tutto lo spazio è un’enorme vasca da bagno da cui emergono due gambe e due piedi. All’interno della vasca, appaiono diverse rappresentazioni che galleggiano sull’acqua: sono alcuni tra gli eventi più importanti della vita della pittrice tra passato, presente e futuro. Come l’amore per Diego Rivera e la sua mancanza dopo la separazione, l’incidente, la poliomielite, il Messico, i suoi genitori e così via.

Il quadro, quindi, diventa una sorta di mappa della vita dell’artista, o meglio: è uno specchio che riflette le sue memorie. Come se lei guardasse l’acqua e vi scorgesse tutto ciò che ha contribuito a renderla ciò che era. Per noi, è un invito a immergersi nell’acqua e a entrare in contatto con il suo dolore.

Non solo quadri: la casa nell’arte come protagonista nella musica

Attraverso l’arte, possiamo esplorare le molteplici sfaccettature dell’esperienza umana e scoprire la bellezza nascosta nei luoghi che chiamiamo casa. I suoi ambienti sono luoghi di quotidianità e piccole felicità, ma anche di dolore e di solitudine. È lo spazio dove si consumano la vita di tutti i giorni, i litigi e le grandi storie d’amore. Dove si rivivono i ricordi d’infanzia.

Non a caso la casa è stata scelta come oggetto di rappresentazione da parte di alcuni dei più grandi artisti, pittorici e non. Perché è anche uno dei luoghi fondamentali per chi scrive e vive di musica: è proprio qui infatti che sono ambientate tantissime canzoni della tradizione italiana e internazionale, dal maestro Lucio Battisti agli immortali Beatles. Per questo, noi di Quimmo abbiamo dedicato un altro articolo alle canzoni in cui la casa assume un ruolo centrale. Clicca sul link e leggilo subito… ma con la playlist in sottofondo!