Mutuo prima casa per i giovani: agevolazioni e garanzie

Il mutuo sulla prima casa è una misura a cui si può affidare quando si è una coppia che ha deciso di convivere insieme in modo permanente, ma non si dispone di abbastanza mezzi, anche se entrambi producono reddito. Il governo presieduto da Mario Draghi, tuttavia, con il decreto Sostegni bis di recente emanazione, ha introdotto diverse agevolazioni e garanzie perché il mutuo per giovani coppie, in un periodo dove la serenità economica non è sempre data per scontata in qualsiasi contesto, sia una scelta fatta con la massima serenità disponibile. In questo articolo verranno analizzate le ultime novità in merito, indicando le norme e le dotazioni presto in vigore.

La situazione prima del 2019

Il Fondo di garanzia per la prima casa è nato nel 2013. Nel corso dell’anno successivo, il Decreto Ministeriale numero 256 del 2010 ha introdotto il Fondo Mutuo Prima Casa. In origine, esso favoriva tutti i giovani sotto i 35 anni d’età che avessero un rapporto di lavoro atipico, le coppie sposate o le famiglie con figli minori composte anche da un solo genitore. Era necessario avere un reddito ISEE pari o inferiore a 40.000 euro. Inoltre, non si dovevano avere ulteriori immobili a scopo abitativo. Il mutuo veniva concesso per l’acquisto, la ristrutturazione o l’accrescimento dell’efficienza energetica di una prima casa che non superasse i 95.000 mq (fonte: PMI).

Il mutuo sulla prima casa agevolato era valido per un massimo del 50% della quota capitale sul finanziamento concesso. Esso poteva giungere a un limite massimo di 200.000 euro. Il tasso era stabilito dall’istituto bancario presso cui si accendeva il mutuo, e tra le banche convenzionate per questo specifico mutuo, erano presenti la Centromarca Banca Credito Cooperativo Società Cooperativa, il Banco di Credito Cooperativo di Fano, la Banca di Credito Cooperativo Vignole e della Montagna Pistoiese e la Banca Don Rizzo Credito Cooperativo della Sicilia Occidentale Società Cooperativa. Tuttavia, il tasso doveva allo stesso tempo rientrare entro i parametri che l’Associazione Bancaria Italiana aveva fissato tramite un accordo (fonte: PMI).

La situazione tra il 2019 e il 2020

Verso la fine di gennaio 2019, il governo ha annunciato che la Legge di Bilancio di quell’anno non aveva stanziato abbastanza risorse per permettere ai giovani di richiedere la garanzia per la stipula del mutuo. Ma a marzo si è diffusa la notizia che il Fondo Casa è stato sostituito da un Fondo di garanzia mutuo prima casa. Lo Stato aveva finanziato questa specifica misura con 650 milioni di euro, soldi destinati alle offerte di garanzie sui finanziamenti d’ipoteca per un totale complessivo di circa 20 miliardi di euro. La garanzia sarebbe stata concessa nella massima misura del 50% sulla quota capitale, per ogni finanziamento d’ipoteca (fonti: Money.it e Filodiretto Monreale.it).

Nel 2020, con la pandemia Covid-19 già in corso sul suolo italiano e internazionale, e il conseguente abbassamento del valore economico di molte case e abitazioni (che di conseguenza sono state sfitte o abbandonate), il governo Conte ha finanziato nuovamente il Fondo con altri 400 milioni di euro. Inoltre, ha esteso la platea degli aventi diritto, che adesso includevano i lavoratori dipendenti la cui attività è stata sospesa o ridotta per un periodo di una trentina di giorni, ai lavoratori autonomi e ai liberi professionisti il cui fatturato si era ridotto a più del -33% rispetto a quello dichiarato negli ultimi sei mesi del’anno precedente (fonte: Funding Aid Strategies Investments).

La situazione nel 2021

Risale a questi giorni la notizia che gli aiuti per i giovani che desiderano comprare la prima casa sono destinati a essere inseriti nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Il governo Draghi prorogherà e rinforzerà il Fondo di solidarietà per la sospensione dei mutui sull’acquisto della prima casa, il Fondo Gasparrini del 2007 che la Legge del 18 dicembre 2020 aveva modificato estendendo da nove a ventiquattro mesi, cioè fino all’8 aprile 2022, la deroga del decreto legge 23/2020 che ammetteva i contratti di mutuo in ammortamento da meno di un anno ai benefici del fondo. I giovani potranno acquistare casa con la garanzia statale del 100% (fonte: Qui Finanza).

La liquidità risulta essere dunque nulla. Fa eccezione però quella necessaria per il rogito dal notaio, la quale sarà ridotta. La stessa riduzione verrà applicata alle spese d’intermediazione, se si acquista con l’aiuto di un’agenzia immobiliare. Il decreto Sostegni bis, ancora in fase di bozza, prevede che il fondo venga aumentato di 55 milioni di euro per il 2021. Il limite d’età sarà aumentato da 35 a 36 anni, anche se la priorità verrà data a chi è under 35. Non ci saranno limiti al tipo di contratto di lavoro, quindi anche i lavoratori occasionali e precari potranno richiedere un mutuo sulla prima casa con le agevolazioni statali (fonte: Qui Finanza).

Altre misure

Tra le altre agevolazioni fiscali previste, è presente l’esenzione dell’imposta delle imposte ipotecaria e catastale e di registro per qualunque atto traslativo a titolo oneroso della casa in cui si intende andare ad abitare. Faranno eccezione le abitazioni di categoria catastale A1 (case signorili), A8 (ville) e A9 (castelli e palazzi storici di pregio). Gli onorari notarili saranno ridotti del 50%. Verranno altresì applicate delle esenzioni delle imposte sui finanziamenti che sostituiscono quelle catastali e ipotecarie, di registro e di bollo, oltre che delle tasse sulle concessioni statali (fonte: Qui Finanza). Per quanto riguarda le vendite soggette a IVA, dovrebbe essere riconosciuto un credito di imposta di pari importo (fonte: Fiscomania.com).

Il mutuo sulla prima casa: conclusione

Bisogna ricordare che queste garanzie e agevolazioni per il mutuo sulla prima casa non sono ancora state confermate. Infatti, il Ministero dell’Economia e delle Finanze sta preparando una versione definitiva del decreto Sostegni bis. Il governo è intenzionato a realizzare il provvedimento. Tuttavia, il testo risulta ancora essere ancora incompleto di alcune parti. In più, ci potrebbero essere ulteriori modifiche rispetto alla bozza iniziale. Questo però potrebbe essere una buona notizia. Infatti, potrebbe significare che ci saranno ulteriori garanzie e agevolazioni oltre a quelle già comunicate. Queste ultime si applicheranno a qualunque atto stipulato tra l’entrata in vigore del decreto Sostegni bis e il 31 dicembre 2022 (fonte: Fisco e Tasse).