Mutui: cosa sta succedendo ai tassi di interesse?

L’emergenza sanitaria dettata dal coronavirus ha sconvolto ogni aspetto della società e anche le borse ne hanno risentito.  La dichiarazione della pandemia ha fatto crollare i mercati e dopo una prima fase di grande depressione si assiste ad una lenta ripresa. Complici le misure varate dai governi nazionale e le iniziative a favore di famiglie e imprese, si spera in una ripartenza a condizioni più vantaggiose per tutti.

Il coronavirus ha colto tutti impreparati: l’epidemia giunta dalla Cina ha messo in ginocchio nazioni intere e i governi e i cittadini si sono trovati a fronteggiare una situazione davvero eccezionale. Le borse ne hanno risentito e, come sempre avviene nei momenti di difficoltà, il tonfo è arrivato puntuale.

In Italia, il Governo ha trattato quest’emergenza al pari delle calamità naturali procedendo alla sospensione di molti tributi. Alcune banche hanno anticipato le mosse del legislatore intervenendo con l’interruzione delle rate del mutuo e dei finanziamenti in corso fino a 6 mesi.

Chi in questi mesi si apprestava a farsi carico di un prestito ipotecario per avviare l’acquisto della prima casa o lanciarsi in una nuova attività sicuramente ha rallentato i programmi in attesa di conoscere quale sarà l’andamento dei mercati e le proposte di tasso d’investimento.

Proprio ora che la crisi precedente stava dando fiato a cittadini ed aziende, la pandemia si abbatte come una tegola. Quali sono le previsioni per il prossimo futuro? Cosa succederà nell’ambito dei mutui e degli investimenti?

Come valutare il tasso di interesse?

Nella prima fase della pandemia, tra il 19 febbraio e il 23 marzo 2020, il Coronavirus ha mandato ko le borse. Secondo le stime, le borse europee hanno perso circa il 40% dei propri profitti e Wall Street ha registrato un down del 34%, per la prima volta nella sua storia.

Gli occhi degli investitori erano tutti puntati sulla fase 2 e sulle iniziative che il governo avrebbe messo in campo per rispondere alla crisi e riavviare le attività economiche costrette, dal lockdown, alla sospensione. Così le borse hanno recuperato terreno, raggiungendo il 20% in Europa e negli Stati Uniti.

Ma qual è il senso di questa digressione? Comprendere l’andamento del mercato è indispensabile per capire la sorte del proprio mutuo o per avere un’idea di cosa comporta sottoscriverne uno. Studiando i tassi del mercato si può capire se è il momento di rinegoziare con la stessa banca o procedere alla surroga ovvero spostando il mutuo presso un altro istituto che offre condizioni più vantaggiose.

Qual è il legame tra mutuo e andamento della borsa? Tra queste due entità, abbastanza misteriose per i cittadini comuni, vige un rapporto di relazione inversa. Quando l’economia si appresta a vivere un periodo di crisi che viene spesso anticipata dall’andamento della borsa, i tassi dei mutui diventano più vantaggiosi. In soldoni, potremmo dire che conviene investire quando l’economia va a rotoli.

Sull’andamento dei tassi dei mutui agiscono più componenti: lo spread e due tassi interbancari. La sorte di un finanziamento dipende dai seguenti tassi:

  • interesse Bce: è rimasto stabile intorno allo 0% (quello sui prestiti marginali raggiunge lo 0,25% e quello relativo ai depositi è fermo a 0,50%) ciò rende molto interessanti le proposte sui mutui secondo una tendenza che dovrebbe rimanere valida per tutto il 2020;
  • Euribor: ha registrato un minimo storico lo scorso marzo sfiorando lo 0,50%. Esso è un parametro riferito ai mutui a tasso variabile;
  • Eurirs: la sua fase discendente è iniziata nel 2013, si è accentuata nel 2019 e ha toccato il minimo storico a marzo segnando -0,11%. Questo andamento ora attestato al livello -0,14% crea le condizioni favorevoli per sottoscrive un finanziamento a tasso fisso.

Il Coronavirus abbassa le rate?

Secondo le stime degli studiosi, difficili da verificare su un orizzonte ampio, attualmente la soluzione più vantaggiosa è quella a tasso variabile. Anche in questo caso, è necessario fare delle valutazioni preliminari. Quanto una famiglia può sostenere la volubilità e la variabilità dei mercati? Le famiglie italiane, in questi mesi di lockdown, hanno ben compreso come le decisioni del governo e le ricadute dei mercati abbiano impattato con la capacità di credito. Una famiglia media ha testato la propria capacità di gestire  e mantenere il tenore di vita abituale e di fronteggiare la crisi dovuta alla riduzione del lavoro e del volume di affari.

Gli esperti stimano che nel prossimo semestre gli investimenti delle famiglie saranno ridotti al minimo nonostante si possa contare su tassi di investimento bassi. La buona notizia è che le condizioni di accesso al credito saranno più vantaggiose rispetto al periodo precedente alla crisi. Queste condizioni potranno agevolare chi intende sottoscrivere il finanziamento per l’acquisto della prima casa e chi, consapevole della situazione economica, vuole trarre dei vantaggi rimodulando il proprio finanziamento.

Occasione coronavirus!

In questo momento il mercato immobiliare attraversa una fase di stridente contraddizione. Proprio nel momento in cui tutto si fermava, si creavano le condizioni più propizie per ottenere un mutuo con un tasso di interesse vantaggioso, il blocco delle attività ha rischiato di far sfumare le occasioni migliori. Nonostante i moniti che hanno scoraggiato i cittadini a recarsi in banca durante la quarantena e l’insicurezza lavorativa, nel mese di aprile si è registrato un incremento delle richieste di finanziamento da parte dei privati.

Se farsi carico di un prestito almeno trentennale resta un peso notevole per l’italiano medio, proprio durante quest’emergenza possedere una casa è stata avvertita come una forma di sicurezza e una garanzia.  Gli italiani tornano a guardare ai beni fonte di sicurezza e stabilità e alle offerte del settore bancario. Passata la tempesta, sono aumentate, da parte degli italiani, le richieste di surroghe per ottenere condizioni migliori.

Nel primo semestre del 2020 sono stati erogati finanziamenti a tasso fisso anticipando una tendenza: il 94,3% delle richieste di prestito ipotecario è stato sottoscritto secondo questa modalità. La previsione per il futuro sembra confermare questa tendenza.