Chiedere un mutuo per acquisto casa anche da lavoratori autonomi?
Come chiedere un mutuo se non sei dipendente
Se sei un lavoratore autonomo o un libero professionista non ricevi lo stipendio fisso e sicuramente stai pensando che questo potrebbe rappresentare un problema per il mutuo. In realtà oggi è possibile ottenerlo perché le banche hanno dovuto adeguarsi al mondo del lavoro che vede sempre meno posti fissi e sempre più lavoratori con Partita Iva. Quindi ti farà piacere sapere che puoi ottenere il mutuo casa o il finanziamento che ti occorre per ampliare la tua attività lavorativa. Facciamo un po’ di chiarezza analizzando:
- le garanzie necessarie;
- la documentazione occorrente;
- le rate più idonee;
- la specifica attività e l’anzianità anagrafica.
Le garanzie che aiutano ad ottenere il mutuo
Non percependo una busta paga ogni mese potrebbe essere utile rivolgersi a Confidi, il consorzio di garanzia dei fidi che funge da garante per gli autonomi che desiderano accedere a dei finanziamenti. Questo consorzio è disciplinato dal TUB (Testo Unico Bancario) D. Lgs 385/1993 e rappresenta una garanzia che può realmente facilitare il tuo accesso al credito come professionista. Una diversa strada che puoi intraprendere, insieme o in alternativa a quella dei Confidi, è la garanzia data da un famigliare o da un altro soggetto proprietario di un immobile o di beni mobili (fideiussione). Non escludere poi una polizza assicurativa per la protezione del credito grazie alla quale l’Istituto di Credito potrebbe rientrare del capitale in caso di tua insolvenza.
Quale documentazione occorre
Dell’importanza delle garanzie da esibire alla banca abbiamo detto ma non dimenticare l’influenza della documentazione da allegare alla richiesta di mutuo che sarà leggermente differente nel caso tu sia un professionista o un lavoratore autonomo. Se sei un professionista devi inoltrare:
- copia del modello unico;
- iscrizione all’albo;
- certificato di nascita;
- stato civile;
- convenzioni patrimoniali in caso di separazione o divorzio.
Se sei un lavoratore autonomo a questi documenti dovrai aggiungere l’estratto della Camera di Commercio, industria e artigianato. Per entrambe le figure servono poi:
- la copia del compromesso di vendita;
- la copia dell’ultimo atto di acquisto della casa;
- il certificato di abitabilità.
Ricorda, comunque, che a seconda degli Istituti di Credito potranno essere chiesti anche altri documenti come una copia del bilancio.
Come scegliere la rata
Come avrai capito la banca ha bisogno di garanzie e oltre a quelle citate bisogna considerare l’incidenza che può avere il tuo reddito annuale. Se è alto, l’Istituto di Credito sarà portato a pensare che potrai coprire la rata senza grosse difficoltà: la variabilità delle tue entrate rappresenta un problema e quindi un reddito alto è una garanzia. Le rate non dovranno essere superiori al 40% del reddito mensile, generalmente si attestano intorno al 30% e possono essere:
- rate mensili: adatte soprattutto ai dipendenti;
- rate trimestrali: la cui convenienza si basa sulla cadenza delle tue entrate;
- rate semestrali: più onerose, ma il lasso di tempo per accumulare è notevole.
Entrando nello specifico possiamo vedere che il dipendente che riceve mensilmente la busta paga può scegliere la rata mensile mentre per l’autonomo è più conveniente la rata trimestrale o semestrale che gli consente di avere una maggior disponibilità di tempo per accantonare la somma che riceve a fronte di entrate discontinue. Una considerazione a parte va fatta per il capitale da richiedere: che tu sia un professionista o un lavoratore autonomo potrai ottenere fino all’80% come chi ha un contratto a tempo indeterminato. Non dimenticare poi che la cifra del mutuo è lorda, per cui bisogna sottrarre le tasse che variano a seconda che si tratti dell’acquisto della prima o della seconda casa. La banca trattiene un’imposta del 2% dell’ammontare complessivo che diventa dello 0,25% se acquisti la prima casa. Le spese, a questo punto, non saranno finite perché dovrai considerare anche la perizia e gli oneri notarili. Il compito del notaio sarà quello di verificare i dati del contratto, sottoporre le clausole alle parti e firmare l’atto. Solo in questo modo è possibile iscrivere l’ipoteca sull’immobile (art. 2808 Codice Civile) e l’atto avrà valore di titolo esecutivo in base al quale se il debitore non paga le rate, il creditore potrà avviare l’esecuzione forzata. Per quanto riguarda i piani di rimborso niente di diverso da quelli di chi ha una lavoro a tempo indeterminato: vanno da 10 a 30 anni e molte banche autorizzano piani di ammortamento quarantennali. Se la somma è piccola si può optare per un piano di rimborso di 5 anni.
La natura dell’attività
Comprare casa con Partita Iva vuol dire che la banca valuterà anche il tipo di attività perché alcune sono considerate più sicure rispetto ad altre. Se certe professioni sono considerate affidabili perché offrono un bene/servizio indispensabile alla cittadinanza, l’impresa edile, pur essendo altrettanto finanziabile, è considerata più a rischio e quindi per un mutuo saranno pretese maggiori garanzie. Nel caso di attività a rischio sarà più facile convincere l’Istituto di Credito e ottenere il mutuo se si richiede una cifra piccola e si dimostra di avere un capitale proprio da investire nell’acquisto dell’immobile. Questo perché la banca capirà che il richiedente ha gestito efficacemente le proprie entrate e pertanto è un interlocutore affidabile. Un altro punto che deve essere considerato riguarda la tua anzianità lavorativa come professionista o lavoratore autonomo. Infatti, se nel tempo hai mantenuto attiva la tua impresa vuol dire che hai fatto fronte alle crisi che periodicamente colpiscono il mercato del lavoro e questo inciderà favorevolmente sulla concessione del mutuo. Pericolosi invece i cambiamenti di settore: se dopo aver lavorato anni in un certo ambito, volterai pagina per abbracciare un settore diverso potresti non essere finanziabile fino al momento in cui dimostrerai che anche con la nuova attività produci reddito.
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