Bonus prima casa: sospese le scadenze fino al 31 dicembre 2021

Il decreto Milleproroghe emanato il 26 febbraio 2021 da parte del governo italiano presieduto da Mario Draghi, il quale ha formato il suo Consiglio dei Ministri relativamente pochi giorni prima (per la precisione, il 13 febbraio), ha stabilito molteplici e variegate misure atte alla proroga di scadenze dei termini per diversi ambiti, da quello giudiziario a quello energetico, da quello lavorativo a quello che riguarda i trasporti. Tra queste misure è presente quella che è stata emanata in ambito immobiliare, ed essa è concernente la richiesta e l’usufrutto del bonus prima casa da parte dei singoli cittadini privati o nuclei familiari. Questo articolo ha lo scopo di approfondire quest’ultimo argomento.

Bonus prima casa: un excursus storico

Le prime notizie riguardo al bonus prima casa sembrano risalire al 2016, stando a un articolo pubblicato da La Legge per Tutti e un altro pubblicato dalla Confederazione Italiana Sindacati Lavoratori (CISL), entrambi datati nella primavera del 2017. A quel tempo, si precisava che il bonus era destinato a tutti i contribuenti indipendentemente dal reddito che percepivano, e si precisava che la misura consisteva in un taglio praticato sull’imposta da versare al notaio al momento della firma del rogito. Se si acquistava da un privato o da un’impresa che vendeva in esenzione IVA, si parlava di un’imposta di registro proporzionale nella misura del 2% e non del 9%, nonché di un’imposta ipotecaria fissa e di un’imposta catastale fissa di 50 euro cadauna.

Un altro aspetto del bonus prima casa riguardava l’acquisto da un’impresa con vendita soggetta a IVA. In tal caso, l’IVA era ridotta al 4% e non più al 10% (ma rimaneva al 22% per gli immobili A/1, A/8 e A/9). Inoltre, l’imposta di registro fisso, l’imposta catastale fissa e l’imposta ipotecaria fissa ammontavano a 200 euro ognuna. In tal caso, l’imposta di registro proporzionale del 2% non poteva ammontare a una somma inferiore ai 1.000 euro. Il bonus non era valido né per le case di lusso, né per le case situate nei Comuni in cui non si aveva la residenza (anche se in questo caso, bisognava stabilire la propria residenza entro 18 mesi dall’acquisto dell’immobile).

Che cos’altro era previsto nel bonus prima casa?

Il bonus prima casa era valido per gli immobili a scopo abitativo che dovevano essere ubicate nel Comune in cui il potenziale acquirente studiava e/o lavorava, oppure nel Comune in cui risiedeva il datore di lavoro dell’acquirente (se quest’ultimo si era trasferito all’estero per motivi lavorativi), oppure in qualsiasi Comune se si era un cittadino italiano senza altre case in Italia ed emigrato all’estero. Infine, l’acquirente non doveva possedere altre abitazioni. La CISL, nel suo articolo, aveva riportato la notizia che l’Agenzia delle Entrate aveva emanato la risoluzione n.53/E atta a chiarire un dubbio che riguardava i requisiti per accedere alla nostra agevolazione fiscale in termini di acquisto di prime case.

Il dubbio riguardava la già citata possibilità di acquistare la prima casa in un Comune diverso da quello di residenza. Nel 2016, un avvocato aveva comprato un immobile a scopo abitativo, dichiarando di svolgere la sua attività nel Comune dove si trovava il suddetto immobile all’atto dell’acquisto per usufuire del bonus prima casa. Il legale aveva espresso il seguente dubbio: poteva conservare i benefici previsti nell’agevolazione, se la sua attività era stata chiusa nello stesso anno per sopraggiunte cause lavorative? L’Agenzia delle Entrate aveva chiarito il suo dubbio: l’avvocato poteva ugualmente acquistare l’immobile a scopo abitativo in un Comune diverso da quello di residenza, a patto di trasferire tale residenza nel Comune in cui si trovava l’immobile prescelto entro i 18 mesi dal suo acquisto.

Il decreto Milleproroghe

Il decreto Milleproroghe è uno specifico decreto legge emanato dal Consiglio dei Ministri che è atto alla risoluzione delle disposizioni a carattere urgente entro la fine dell’anno in corso. Tale strumento, in origine concepito come misura straordinaria, è stato riproposto a cadenza più o meno regolare da parte del governo italiano dal 2005. La legge di conversione del decreto Milleproroghe di quest’anno (d.l. 183/2020, Legge 26 febbraio 2021) è stata pubblicata dalla Gazzetta Ufficiale il 1 marzo, e in essa sono contenute le proroghe del termine per la richiesta della cassa integrazione, per il lavoro agile semplificato e per il bonus vacanze, per fare qualche esempio delle molteplici misure introdotte. (fonte: Altalex).

Il Milleproroghe si è occupato anche della giustizia con misure come quella atta a tutelare gli acquirenti degli immobili ancora da costruire, dell’ambiente e territorio con decreti come quello che fa aumentare le risorse destinate agli interventi sugli edifici del centro Italia danneggiati dai terremoti, dell’energia con misure come quella riguardante il termine di cessazione del regime nel mercato dell’energia elettrica per privati e piccole imprese e dei trasporti con decreti come quello che prolunga la scadenza entro la quale si può svolgere la prova di teoria prevista nell’esame per ottenere o rinnovare la patente di guida (fonte: Altalex) E adesso analizziamo il provvedimento preso sul bonus prima casa più in dettaglio.

Bonus prima casa: che cosa è stato deciso?

Per quanto riguarda il bonus prima casa, il governo Draghi ha innanzitutto deliberato che, come nel 2017, chiunque acquisti un immobile da un privato, oppure da un’azienda che mette in vendita il suddetto immobile con esenzione IVA, è tenuto a versare un imposta di registro del 2% e non più del 9%, mentre deve versare le imposte sia ipotecaria che catastale nella misura fissa di 50 euro. Ma la novità più importante è appunto la decisione che prevede che i termini delle scadenze relative ai benefici collegati all’acquisto della prima casa siano sospesi fino al 31 dicembre; in seguito, tali termini inizieranno oppure riprenderanno a decorrere dal 1 gennaio 2022 (fonte: Ipsoa).

Bonus prima casa: le altre novità

La sospensione dei suddetti termini, tuttavia, non è intesa a trovare applicazione al termine quinquennale per la decadenza delle agevolazioni, e quest’ultimo termine è previsto nel caso in cui si alieni l’immobile prima dei cinque anni (fonte: Ipsoa). Inoltre, il Milleproroghe ha congelato la scadenza per il trasferimento della residenza, per la rivendita e per la riacquisizione di un altro immobile a scopo abitativo. Questa è una sintesi della situazione riguardo al bonus prima casa documentata a marzo, ma non è escluso che possano esserci delle proroghe di nuova emanazione da parte del governo di Mario Draghi nel corso di quest’anno, per cui è consigliabile sì, seguire le attuali direttive, ma anche tenere gli occhi aperti (fonte: SkyTG24).