Villa Malaparte: la casa che affiora sul mare di Capri
Casa Malaparte, conosciuta anche come Villa Malaparte, è una casa concepita intorno al 1937 dal noto architetto italiano Adalberto Libera su Punta Massullo, il lato orientale dell’isola di Capri, in Italia. È uno dei migliori esempi di architettura moderna e contemporanea italiana. Libera progettò Casa Malaparte per Curzio Malaparte, anche se sono continue le diatribe sul fatto che lo stesso Libera fosse il progettista principale o se Malaparte stesso costruì la casa con l’aiuto di Adolfo Amitrano, uno scalpellino locale.
La storia di Villa Malaparte
Attribuita per molto tempo ad Adalberto Libera, Casa Malaparte ha, negli ultimi anni, cambiato paternità ed è oggi più diffusamente ritenuta opera dello stesso Malaparte. Malaparte la definì una “casa come lui” o, meno notoriamente, il suo ritratto di pietra.
Nel 1937 Malaparte decise di acquistare dei terreni a Capo Massullo, un promontorio a sud-est dell’isola di Capri, per costruirsi una casa. La proprietà è raggiungibile solo a piedi, dopo una lunga passeggiata in una pineta o talvolta in barca, ma solo quando il mare è calmo. Ottenere i permessi necessari per acquistare e costruire su un’enclave così remota, una zona protetta e non edificabile, non è stato affatto facile ed è stato possibile solo grazie ai potenti legami politici di Malaparte.
Secondo il figlio di Libera, Malaparte e il suo architetto si incontravano spesso in una vecchia trattoria di Roma e passavano ore a discutere di idee per la casa, disegnando schizzi sulla tovaglia di carta. Il rapporto tra Libera e Malaparte non fu però facile, e ad un certo punto Malaparte decise di continuare il progetto senza l’architetto. È impossibile sapere con certezza quanto del progetto fosse effettivamente di Libera, ma lettere e documenti trovati di recente sembrano suggerire che il progetto finale fosse principalmente di Malaparte. Soprattutto la forma caratteristica della casa, con una scala monumentale che sale al tetto. Questa sembra essere stata l’idea di Malaparte, probabilmente ispirato dalla Chiesa dell’Annunziata a Lipari, dove trascorse parte del suo esilio interno.
I dubbi sull’attribuzione
Libera, infatti, non ha mai rivendicato la paternità della casa. Disegni e progetti di questo periodo (realizzati da un amico di Malaparte, pittore) indicano una continua evoluzione del disegno, incentrato principalmente sull’interno, che spiega la distribuzione casuale delle finestre sulle facciate. L’approccio di un architetto, soprattutto di un razionalista come Libera, sarebbe stato completamente diverso. La facciata sud-est, ad esempio, quella direttamente affacciata sul mare, è particolarmente insignificante e compare raramente nelle fotografie. Un’unica, scomoda finestra al centro di un muro semplice, sembra indicare che si trattasse di una casa progettata dall’interno, senza alcuna considerazione per ciò che accadeva all’esterno. Nessun architetto di fama perderebbe un’occasione così unica per fare una dichiarazione architettonica. La licenza edilizia per la casa fu concessa nel settembre 1938 e la costruzione iniziò nel 1939.
Come visitare villa Malaparte
La casa è raggiungibile solo attraversando l’isola. L’ultima passeggiata di venti minuti riguarda una proprietà privata della Fondazione Giorgio Ronchi. Ci vuole un’ora e mezza per arrivarci a piedi dalla Piazzetta di Capri in cima alla funicolare da Marina Grande. La casa è raggiungibile via mare, solo nelle giornate calme, poiché le onde si infrangono su rocce insidiose e da molti anni non c’è un molo ufficiale. Dal mare bisogna salire 99 gradini per raggiungere la casa. Si racconta che Malaparte diede al suo amico e barcaiolo dei soldi per aprire un ristorante gestito dal figlio del barcaiolo stesso. È l’unico ristorante che si incontra lungo il percorso dalla Piazzetta al promontorio dove Tiberio costruì il suo palazzo, Villa Jovis.
L’accesso a questa proprietà privata è a piedi dalla città di Capri o in barca, e una scalinata scavata nella roccia. Gli interni e gli esterni di Casa Malaparte (in particolare il patio sul tetto) sono in primo piano nel film di Jean-Luc Godard del 1963, Il disprezzo (Le Mépris).
L’accesso all’ingresso della casa era scolpito attraverso la scala esterna al centro, ma il proprietario ha murato l’ingresso e lo ha spostato a lato della casa nel 1940.
Interni di Villa Malaparte
Casa Malaparte fu abbandonata dopo la morte di Curzio Malaparte nel 1957. Oggetto di atti di vandalismo e in balia degli elementi naturali per molti anni, la villa ha subito gravi danni, inclusa la profanazione di una stufa a campana. L’edificio, donato alla Fondazione Giorgio Ronchi nel 1972, è successivamente stato oggetto di lavori di ristrutturazione tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90.
Il pronipote di Malaparte, Niccolò Rositani, fu il primo responsabile del ripristino della vivibilità della casa. Gran parte dei mobili originali sono ancora lì perché sono troppo grandi per essere rimossi. Il bagno di marmo incassato nella camera da letto del suo proprietario esiste ancora e funziona. La sua camera da letto e lo studio pieno di libri sono ancora intatti. Molti industriali italiani hanno donato materiali per la conservazione.
Oggi la casa è adibita a sede d’importanti eventi di studio e culturali. I mobili della casa sono stati oggetto di una mostra alla Gagosian Gallery di Londra nel 2020.
Un set naturale che ispira
Karl Lagerfeld ha visitato la casa per cinque giorni nel 1997 e ha scattato una serie di Polaroid, che sono state pubblicate in un libro. Nel 2013 Casa Malaparte è stata la cornice della campagna pubblicitaria del profumo Ermenegildo Zegna Uomo del regista Jonas Åkerlund. Nel 2017, Kate Moss è apparsa, somigliante a una giovane Brigitte Bardot, in un video per Yves Saint Laurent, primavera 2018.
Se mai c’è stata una casa che è stata segnata dalla personalità del suo proprietario, è Casa Malaparte. Era la più grande opera di Curzio, la sua pièce de résistance, era solo un’opera di architettura. Una creazione unica, priva di tutti gli eccessi del suo stile letterario e del suo appariscente personaggio pubblico. Costruito mattone su mattone, senza alcuna formazione architettonica e con l’aiuto di uno scalpellino locale, ha prodotto il più concettuale e moderno degli edifici. Rurale e onesto nella sua semplicità e allo stesso tempo evocativo della mitologia antica.
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