Gli italiani comprano ancora casa all’estero?
In aumento gli italiani che comprano casa all’estero.
Nonostante le tasse, sono sempre più numerosi gli acquisti di immobili all’estero da parte di italiani
Il basso costo della vita, spesso accompagnato da un buon sistema sanitario, è tra i motivi che spingono molti italiani a comprare casa all’estero per trasferirvisi. Il desiderio di avere una qualità della vita migliore non è, però, l’unico motivo. Gli investimenti immobiliari, infatti, sono effettuati anche per altre ragioni che sottolineano l’interesse degli italiani per il mercato immobiliare estero. La nota propensione ad investire nel mattone non viene demotivata dalla pressione fiscale e si compra sempre più fuori dai confini nazionali. Ma quali sono i motivi che spingono a tale scelta? Tra i più rilevanti troviamo:
- il costo della vita basso per chi desidera trasferirsi;
- la possibilità di avere una rendita locando l’immobile;
- l’acquisto di una casa per il figlio che studia in un Paese straniero;
- il desiderio di trascorrere le vacanze in località esotiche.
Nel caso l’acquisto venga fatto per investimento, l’italiano che acquista si aspetta una rendita tra il 5,5% e il 7,5% ed è disposto a vincolarsi all’investimento per un periodo compreso tra i 5 e i 10 anni. Gli italiani credono in questa tipologia di investimento e il fatto che le tassazioni sulla casa all’estero siano spesso più alte che in Italia non disincentiva questo trend in ascesa riguardante famiglie che cercano immobili di buona qualità con costi non superiori ai 250 mila euro. Qualunque sia l’obiettivo per cui si compra, in caso di rivendita l’investitore si attende una plusvalenza tra il 3,5% e il 7% all’anno.
Chi è l’italiano che compra casa in un altro Paese
L’investimento all’estero può essere davvero una opportunità interessante, soprattutto se si tratta di un posto sicuro che ha valenza turistica. Ma qual è il profilo dell’investitore italiano che acquista oltre confine? Dall’analisi del Centro Studi FIAIP e dell’Osservatorio sui mercati immobiliari OPISAS, secondo una indagine proposta a investitori italiani e ad oltre 250 agenti immobiliari, emerge che l’acquirente ha tra i 35 e i 54 anni e il 30% svolge la professione come libero professionista. I pensionati rappresentano il 21,67% e i proprietari d’azienda il 16,67%. Il 23,53% opera nell’industria e il 15,69% nella consulenza. Minori le percentuali di chi lavora nella sanità e nella pubblica amministrazione.
Le tasse sulla casa in Italia e all’estero
Chi è interessato ad un investimento immobiliare estero non deve sottovalutare l’imposizione fiscale, infatti nel nostro Paese deve essere pagata la tassa di possesso sulla seconda casa. La tassazione varia a seconda che l’immobile sia locato o meno e nello specifico si pagano sia l’IVIE, che prevede un conteggio basato sul valore catastale, che l’Irpef calcolata sulla valore medio di mercato. Si tratta quindi di tasse che potrebbero disincentivare un investimento ma non è così. L’ultimo report della Commissione UE permette di analizzare nel dettaglio lo studio comparativo effettuato e mostra come i sistemi tributari dei vari Paesi incidano in maniera differente sull’acquisto. Se quello italiano pesa sulle tasche dei contribuenti, in molti Paesi la tassazione è ancora più elevata. Guardando più nello specifico vediamo che il peso fiscale sulle case è il seguente:
- Italia 2,3%;
- Francia 4,9%;
- Belgio 3,6%;
- Gran Bretagna 3,1%;
- Grecia 3,3%
- Spagna 2,7%
- Danimarca 2,4%.
In Italia quindi le tasse sulla casa sono inferiori a quelle di Francia, Belgio, Gran Bretagna, Grecia, Spagna e Danimarca ma il desiderio di acquistare casa all’estero aumenta lo stesso, anche se sovente l’acquirente sceglie località che hanno tassazioni inferiori a quelle italiane. Secondo una stima effettuata da Scenari Immobiliari nel 2018 c’è stato un record di compravendite estere che si è attestato intorno alle 48 mila unità.
Destinazioni preferite per l’acquisto dell’immobile
Fuori dai confini nazionali sono numerosi gli Stati in cui gli italiani comprano casa. Se le vicende legate alla Brexit hanno diminuito l’interesse per la Gran Bretagna, ben il 35% degli acquisti hanno interessato invece la Spagna. Altrettanto rilevanti le scelte legate a:
- Parigi;
- Costa Azzurra;
- Berlino;
- Lisbona;
- l’Algarve;
- Santo Domingo.
Analizzando nel dettaglio questi investimenti possiamo rilevare che la scelta di una località rispetto ad un’altra è dettata da varie ragioni. Parigi viene preferita perché il valore degli immobili mantiene un costante incremento, la rivalutazione è quindi garantita e l’investimento diventa remunerativo. Si tratta della capitale che vanta il maggior afflusso turistico al mondo e, disponendo di un budget adeguato, non mancano gli immobili di qualità. In Costa Azzurra, Scenari Immobiliari rileva che sono soprattutto gli acquirenti con maggiori possibilità economiche che acquistano prodotti di pregio dotati di moli privati, strutture sportive e parcheggi: queste caratteristiche determinano il prezzo al metro quadrato. Se a Nizza il valore si attesta intorno a 15 mila euro al mq. a St. Jean Cap Ferrat si può arrivare agli 80 mila delle ville di lusso. Berlino è la città apprezzata dai Millenial perché dinamica e cosmopolita e in alcuni quartieri, come Charlottemburg o Spandau, si registrano aumenti annui a due cifre. Nella capitale tedesca gli acquisti sono fatti prevalentemente per mettere a reddito l’immobile. Il Portogallo, invece, attrae per i prezzi contenuti ma soprattutto perché ha adottato incentivi che hanno determinato il trasferimento di molti pensionati. Infatti i nuovi residenti non abituali che trasferiscono in Portogallo la residenza, godono dell’esenzione fiscale per dieci anni. Il basso costo della vita e il clima mite, oltre all’incentivo fiscale, hanno contribuito al boom. Se analizziamo il mercato immobiliare al di fuori del contesto europeo, allora vediamo che Santo Domingo è tra le località favorite per il costo basso della vita e degli immobili. Inoltre, in tutta la Repubblica Dominicana, non esistono tasse sulla casa, tranne un 4% (tra atto notarile e tassa sul valore catastale) da versare al momento dell’acquisto.