Bonus facciate: cos’è e come funziona
Tra le novità assolute proposte dalla Legge di Bilancio 2020 c’è il bonus facciate. L’agevolazione era inizialmente inserita all’interno dei benefit del bonus casa ma oggi, dopo i diversi emendamenti che ha subito il decreto, vive di vita propria. Il vantaggio offerto da questo bonus 2020 è una detrazione del 90% della spesa sostenuta per il rifacimento della facciata esterna del proprio edificio abitativo. La manovra prevede come lavori ammessi in detrazione quelli relativi alla manutenzione ordinaria, ossia il rifacimento di ornamenti e fregi, balconi e le strutture opache della facciata.
In breve si può dire che i lavori per i quali è possibile richiedere questo tipo di agevolazione sono quelli di tinteggiatura e pulitura esterna, ai quali però sono stati posti dei limiti sia sulla tipologia intervento lavorativo che sulla zona nella quale è edificato l’immobile stesso.
In attesa che la proposta venga approvata anche dalla Camera, diventando così legge a tutti gli effetti, cerchiamo di capire come funziona e come utilizzare a nostro vantaggio questo nuovo bonus 2020:
- cos’è e come funziona il bonus;
- quali lavori sono ricompresi e quali sono esclusi
- quali immobili rientrano nella detrazione
- come fare domanda per ricevere il bonus
- bonus casa, Ecobonus e bonus facciate: facciamo chiarezza
- immobili ad uso strumentale
Cos’è e come funziona il bonus
Il bonus facciate prevede una detrazione del 90% per il rifacimento delle facciate degli immobili. Lo scopo di questo bonus, proposto dal Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini, è quello di dare un volto nuovo alle città consentendo anche alle zone periferiche, di norma abitate da cittadini con redditi bassi, di avere un aspetto estetico accattivante. La proposta del Ministro si ispira alla legge francese Malraux, già approvata nel 1962.
Il funzionamento è assai semplice . Se il costo del rifacimento totale della facciata di un condominio è per esempio 20.000 euro , saranno rimborsati 19.000 euro complessivi che ogni condomino potrà scaricare, in base alla parte spettante, sulla propria dichiarazione IRPEF.
Quali lavori sono ricompresi e quali quelli esclusi
Gli interventi che rientrano nel bonus sono quelli considerati di manutenzione ordinaria:
- pulitura;
- tinteggiatura esterna;
- lavori su marmi, fregi e ornamenti;
- rifacimento di pavimentazione e ringhiere di balconi e terrazzi;
- interventi sulle strutture considerate opache;
- rifacimento di meno del 10% dell’intonaco della superficie della facciata.
A differenza del suo concepimento iniziale, il bonus oggi presenta dei limiti che escludono alcune tipologie di lavoro dalla detrazione. Lo sgravio fiscale non potrà essere richiesto per i lavori su:
- impianti elettrici;
- grondaie;
- installazione e rifacimento di cavi o impianti;
- infissi;
- tubi pluviali.
Alcuni di questi interventi sono però agevolati da altri provvedimenti previsti nel pacchetto bonus casa.
Quali immobili rientrano nella detrazione?
Per avere diritto al bonus l’immobile deve essere locato in determinate aree. Le zone sono infatti quelle identificate come zone A e B dal Decreto del Ministero dei Lavori Pubblici n 1444 del 2 aprile 1968.
La zona A contiene agglomerati urbani che presentano caratteristiche di:
- valore artistico
- particolare pregio ambientale
- carattere storico
A queste sono annesse anche solo porzione di essi e le aree circostanti, in quanto accomunati a tali caratteristiche e considerati quindi parte integrante degli agglomerati stessi.
La zona B è invece definita di “completamento” e comprende le parti di territorio parzialmente o totalmente edificate che non rientrano nelle categorie del tipo A. Per essere più precisi, la superficie coperta da edifici non deve essere inferiore al 12,5% .
Il bonus esclude dunque tutte le zone C che sono quelle a bassa densità abitativa. E’ importante notare come ci si riferisca a zone e non a categorie catastali. Sui siti dei Comuni sono comunque pubblicate tutte le informazioni per capire in quale zona si trova il proprio edificio.
Come fare domanda per ricevere il bonus
Come in tutte le agevolazioni di questo tipo non esiste una vera e propria domanda da compilare e consegnare. Si tratta più di un iter abbastanza semplice da adempiere.
Si comincia con l’inizio dei lavori . Nel caso di un condominio sarà la figura del direttore dei lavori ad effettuare le varie comunicazioni, quando necessarie, al Comune. Nel caso di un’abitazione singola la comunicazione potrà essere effettuata anche dal proprietario.
Al termine dei lavori è necessario effettuare il pagamento corrispettivo tramite un bonifico parlante, cioè un bonifico che presenta nella causale il nome, la partita IVA della ditta incaricata del lavoro, il codice fiscale ecc.
A quel punto la ditta deve mettere una fattura che presenti una dicitura che espressamente richiami il bonus in oggetto.
Nell’anno fiscale successivo tale fattura deve essere consegnata al proprio consulente (commercialista, CAF ecc) insieme alla ricevuta del bonifico parlante. La documentazione sarà quindi trasmessa all’Agenzia delle Entrate . Il rimborso IRPEF verrà accreditato, generalmente nei mesi di luglio o agosto, direttamente sulla busta paga o sulla pensione.
Per quanto riguarda il numero di anni nei quali verrà spalmata la detrazione non è ancora possibile fare una previsione. In genere questo tipo di agevolazioni è suddiviso in circa 10 rate annuali di pari importo.
Attenzione: per ora la norma parla genericamente di spese documentate durante il 2020, evitando di fare altri riferimenti temporali. In quest’ottica sembra possibile richiedere la detrazione anche per i lavori iniziati nel 2019 ma conclusi nel 2020.
Bonus casa, Ecobonus e bonus facciate: facciamo chiarezza
Uno dei paletti più stringenti all’utilizzo di questo bonus riguarda la percentuale di facciata da ritoccare. Se questa infatti supera il 10% della superficie totale diventerà obbligatorio rispettare anche requisiti di trasmittanza e di efficienza energetica. Questo porterà molte persone a optare per la realizzazione di un cappotto termico, per il quale è previsto un Ecobonus con una detrazione del 50% della spesa sostenuta. Le agevolazioni però possono essere sommate.
Immobili ad uso strumentale
Questo bonus 2020, secondo gli ultimi correttivi introdotti, potrebbe essere esteso agli immobili ad uso strumentale, cioè gli edifici, come ad esempio alberghi, utilizzati per redditi di impresa e di lavoro autonomo ma con una detrazione del 50%.