Case green entro il 2030: cosa dice la direttiva europea?

Case green entro il 2030

Nell’ambito del cosiddetto Green Deal europeo, nei primi mesi del 2023 il Parlamento UE ha approvato la Direttiva Europea sul rendimento energetico nell’Edilizia (EPBD), comunemente conosciuta come Direttiva Case Green. Tale normativa, che andrà recepita da tutti gli stati membri, ha stabilito che entro il 1 gennaio 2030 sarà necessario adeguare tutti gli immobili almeno alla classe energetica E.

Tra i paesi particolarmente colpiti c’è l’Italia, il cui patrimonio immobiliare è oggi costituito in maggioranza da abitazioni obsolete a elevato consumo energetico. Gli interventi mirati di ristrutturazione da effettuare per rispettare le prescrizioni fissate destano molte preoccupazioni. L’impatto economico per le spese da sostenere e le conseguenze dell’impianto normativo fanno molto discutere.

Cos’è la Direttiva Europea Case Green?

La Direttiva Europea sulle case green fa parte di un percorso più ampio intrapreso dall’Unione Europea e volto a ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra con obiettivo zero fissato per il 2050. Secondo le più recenti stime oltre un terzo di queste emissioni sono emesse dagli immobili proprio a causa della loro inefficienza energetica.

Il testo di legge, in particolare, specifica una serie di vincoli e parametri che interessano gli immobili residenziali e non, nello specifico:

  • Tutte le abitazioni esistenti dovranno essere in classe energetica E e D entro e non oltre, rispettivamente, il 2030 e il 2033;
  • Tutti gli immobili di nuova costruzione dovranno essere di classe NZEB (Nearly Zero Energy Buildings) a partire dal 2028;
  • Tutti gli edifici non residenziali e pubblici di nuova costruzione dovranno essere forniti di pannelli solari a partire dal 2026;
  • Gli stessi edifici non residenziali e pubblici, fatti salvo quelli storici o di pregio architettonico, dovranno raggiungere la classe di efficienza energetica E entro il 2027 e la classe D entro il 2030.

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Le deroghe

A proposito di edifici storici o di pregio architettonico, è prevista una deroga estesa ai luoghi di culto e, in una fase iniziale, alle seconde case che vengono abitate per meno di quattro mesi l’anno e agli immobili inferiori a 50 mq. In questo caso saranno i singoli paesi, chiamati a stilare un piano nazionale di ristrutturazione, a poter adottare provvedimenti normativi ad hoc, pur in linea con il tenore della direttiva. Inoltre, gli stessi stati membri potranno indicare alla Commissione Europea la necessità di ulteriori deroghe che tengano conto del patrimonio immobiliare di ciascun paese, delle esigenze territoriali ed eventuali eccezioni causate da problemi tecnici, mancanza di materiali o risorse finanziarie. 

La situazione del patrimonio immobiliare presente in Italia

Come già spiegato, l’iter avviato dall’Unione Europea è solo al primo stadio. Infatti, la Direttiva dovrà essere recepita da tutti gli Stati europei tenendo conto di uno standard di classificazione che dovrà essere reso omogeneo tra i diversi stati membri. In questo momento i parametri di classificazione energetica adottati dall’Italia sono tra quelli più esigenti e, pertanto, è presumibile che saranno applicati parametri simili a quelli previsti attualmente dal legislatore nazionale.

Sono diversi, comunque, gli aspetti sui quali dovranno basarsi le regolamentazioni nazionali per rendere gli immobili maggiormente sostenibili. Per quanto riguarda l’Italia sicuramente bisognerà tenere conto del fatto che gran parte del patrimonio immobiliare già esistente sia particolamente datato. Circa il 54% delle case ha più di 50 anni, in quanto costruite prima degli anni ’70, e gli edifici realizzati nell’ultimo ventennio sono solo l’8%. Tra i condomini, inoltre, soltanto uno su tre oggi è in classe E o superiore, Servirà pertanto una pronta e attenta pianificazione secondo la quale gli immobili dovranno far parte di un grande sistema integrato secondo il concetto di sostenibilità.

Case green classe energetica

Gli interventi da adottare per l’efficientamento energetico delle case e i costi stimati

Seguendo il testo della Direttiva europea case green, sappiamo che entro il 2030 prima e 2033 poi tutti gli edifici dovranno conseguire rispettivamente la classe energetica E e D. Questa riqualificazione del patrimonio immobiliare permetterà di ridurre i consumi massimi da 120 kWh a 90 kWh per metro quadrato, con un obiettivo a tendere di zero emissioni entro il 2050.

L’impresa è particolarmente ardua per l’Italia, paese per il quale si presume che solo il 60% degli edifici potrà raggiungere l’obiettivo entro il 2030, salendo al 70% nel 2033. Infatti, oltre 9 milioni di edifici richiedono opere di ristrutturazione ed efficientamento energetico, per un investimento stimato di circa 1000 miliardi di euro. Questo dato mette in luce la necessità di un piano d’azione rapido ed efficace, al fine di affrontare al meglio la questione dell’adeguamento energetico dell’intero patrimonio immobiliare italiano.

Va detto, comunque, che il raggiungimento della classe energetica E richiede interventi non particolarmente gravosi, in diversi casi solo parziali. Procedendo per gradi, ad esempio, è possibile passare dalla classe G alla classe E partendo dall’isolamento termico delle facciate. Inoltre, i lavori effettuati sulle singole unità abitative, come ad esempio la sostituzione degli infissi e la predisposizione di nuove caldaie, permettono di migliorare ancora la classificazione energetica.

Case green: i possibili bonus adottabili per la ristrutturazione

Per fronteggiare questa difficile sfida, oltre a promuovere la cultura dell’efficienza energetica tra i cittadini e gli operatori di settore, ad assumere un ruolo fondamentale saranno gli aiuti finanziari irrogati per riasparmiare significativamente sulle spese necessarie. 

Lo scenario prevedibile è che la stessa Europa fornirà linee guida e chiarimenti sui supporti di natura fiscale e finanziaria per il conseguimento delle ambiziose finalità previste. La stessa Direttiva, infatti, ha previsto che i singoli Stati dovranno adottare un quadro legislativo e finanziario adeguato per sostenere le ristrutturazioni. I beneficiari saranno in particolare le famiglie a medio reddito, le quali il più delle volte abitano all’interno di appartamenti con prestazioni energetiche basse. 

Parallelamente, la ricerca e lo sviluppo di nuove tecnologie aiuteranno a portare avanti il piano di adeguamento energetico, con conseguenze sulla riduzione di costi e tempi per gli interventi. Ma quali sono i possibili bonus adottabili per la riqualificazione e ristrutturazione del patrimonio immobiliare?

Superbonus 110% (con riserva…)

Uno degli atti normativi che si è già rilevato determinante in direzione sostenibilità è stato senz’altro il Superbonus 110%. A marzo 2023 si stima che oltre 200mila unità immobiliari (inclusi 55mila condomini) si siano avvalsi di interventi di riqualificazione energetica finanziati dal bonus, con conseguente aumento medio di due classi

Tuttavia, va tenuto conto della possibile sospensione dell’incentivo, fattore che ha sollevato non pochi dubbi sul futuro degli investimenti in campo immobiliare. Alla luce della Direttiva Europea Case Green, comunque, è legittimo attendere altri provvedimenti di natura finanziaria che possano imitare il Superbonus.

Bonus caldaie

La Direttiva Europea, inoltre, prevede che a partire da gennaio 2024 vengano stoppati tutti i bonus per l’installazione di caldaie alimentate con combustibili fossili, ossia quelle tradizionali a gas. Restano comunque fuori dal provvedimento altri sistemi di riscaldamento che, con ogni probabilità, saranno soggetti al nuovo bonus caldaie

In particolare, gli impianti che potranno essere interessati sono i sistemi ibridi come pompe di calore e caldaie a condensazione e, certamente, i modelli che funzionano con combustibili rinnovabili, quali idrogeno e biometano.


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